Olio di palma: cos’è e perché viene considerato pericoloso
L’olio di palma non è un prodotto di origine mediterranea ma è entrato di prepotenza nella nostra alimentazione tanti anni fa perché molto usato nell’industria alimentare per produzione di dolci e altri prodotti, molti dei quali da forno. Qualche anno fa questo tipo di olio è stato messo sotto la lente d’ingrandimento e screditato perché non salutare… vediamo insieme perché sarebbe meglio evitare di consumare quotidianamente alimenti con olio di palma.
Per prima cosa cerchiamo di capire perché questo olio che viene da tanto lontano è diventato tanto popolare in tutto il settore alimentare, non solo in Italia ma nel mondo intero.
Cos’è l’olio di palma bifrazionato
L’olio di palma è un olio di origine vegetale non idrogenato estratto da alcuni tipi di palme (Elaeis guineensis ma anche da Elaeis oleifera e Attalea maripa) originarie dell’Africa e ma oggi coltivate soprattutto in Malesia e Indonesia. Ne esistono varie tipologie, c’è quello grezzo, dalla consistenza semi-solida, che si ricava dai frutti della palma e che ha un caratteristico colore aranciato dovuto alla presenza di carotenoidi. Ha un’alta concentrazione di acidi grassi saturi, ma anche una buona dose di vitamina E.
Poi c’è l’olio di palmisto, ottenuto dai noccioli essiccati della palma, questo è sempre un prodotto grezzo con un’alta percentuale di acidi grassi saturi e ha una lunga conservazione ma è considerato piuttosto scadente a livello nutrizionale.
L’olio di palma raffinato invece, conosciuto anche come bifrazionato, è il risultato di due operazioni: il bifrazionamento (separazione delle componenti dell’olio che cristallizzano a bassa temperatura) e la raffinazione che trasformano l’olio di palma e il palmisto in forma liquida (o semi solida). Questa versione è molto gettonata come olio alimentare perché economica, stabile e di lunga conservazione.
Perché l’olio di palma bifrazionato è bandito da ogni dietologo
Con questo articolo non vogliamo demonizzare l’olio di palma e dirvi di diventare fondamentalisti del boicottaggio di questo prodotto, semplicemente cerchiamo di spiegarvi perché non sia una scelta salutare consumarlo ogni giorno
Esiste olio vegetale e olio vegetale, via abbiamo già parlato delle doti meravigliose dell’olio EVO (in questo articolo) ecco che l’olio di palma che troverete in commercio (ovvero prevalentemente il bifrazionato) presenta invece numerose doti negative. Per prima cosa è ricco di acidi grassi saturi che aumentano il colesterolo “cattivo” o LDL nel sangue e incrementano quindi il rischio di insorgenza di patologie cardiovascolari. Questi acidi grassi sono tipici degli alimenti di origine animale, ma nel mondo vegetale li contengono anche l’olio di palma e quello di cocco.
A differenza del meno criticato olio di cocco, quello di palma contiene anche acidi grassi trans che hanno effetti negativi sul colesterolo simili a quelli dei grassi saturi. Insomma questo prodotto non va demonizzato (così come non devono esserlo altri alimenti ricchi di acidi grassi saturi come il burro) ma va consumato con consapevolezza e in quantitativi limitati.
Olio di palma e insorgenza di tumori
Dopo che il grande pubblico ha iniziato a essere sospettoso nei confronti dell’olio di palma è stato pubblicato uno studio condotto dall’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) che illustra come a temperature superiori ai 200 °C l’olio di palma sviluppi sostanze che in alte concentrazioni possono essere cancerogene e quindi potrebbero, per accumulo, portare a sviluppare patologie tumorali. Bisogna però sottolineare che se si segue una dieta varia come quella mediterranea i fattori di rischio dovuti alla saltuaria assunzione di olio di palma non devono preoccuparci. Ecco perché L’EFSA non ha mai bandito l’utilizzo di questo protto ma consiglia di non non abusare di alimenti contenenti questo prodotto.
Olio di palma e deforestazione
Se quello che vi abbiamo detto non bastasse a farvi scegliere biscotti senza olio di palma c’è anche il problema della deforestazione. Ebbene senza ombra di dubbio le colture di questo olio sono uno dei simboli mondiali di questo problema globale, pensate che per produrre questo olio vegetale sono stati distrutti miliardi di ettari di foreste pluviali dal Sud America all’Asia e molti animali, privati del loro ambiente naturale, sono oggi a rischio di estinzione.
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Camillo Bassini,
Fornaio dal 1963
Nella primavera del 2018 i F.lli Alessandro e Raffaele Bassini si preparano a trasferire l’azienda in una sede importante di circa 3500 mq nel comune di Forlì.
Cambia l’organizzazione e si sviluppano le competenze, ma rimane immutato l’amore per il territorio e l’impegno nel mantenere alta la qualità del prodotto, selezionando materie prime eccellenti, ricette di ispirazione tradizionale, ricerca di sapori unici e lavorazioni artigianali.