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Intolleranza o allergia al lievito: cos’è, i sintomi e come curarla

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Il lievito è un alimento molto presente nella nostra alimentazione, si trova ovviamente nel pane e in tutti i lievitati ma anche in tanti alimenti insospettabili. È un valido integratore di vitamine del gruppo B e contiene molti sali minerali ma scatena in alcune persone reazioni spiacevoli. Infatti alcuni soggetti particolarmente sensibili in seguito al consumo di cibi dove è presente possono avere dei disagi e imputare il malessere a un’allergia al lievito. In verità non esiste una vera e propria intolleranza di questo tipo e tanto meno un’allergia.

Scopriamo perché alcuni non tollerano bene l’assunzione di lievito, quali sono i sintomi che manifestano e come evitarli.

Esiste davvero l’allergia/intolleranza al lievito?

Questa condizione viene definita come intolleranza o allergia al lievito, proprio perché i sintomi sviluppati da alcune persone ricordano proprio le comuni intolleranze alimentari, ma non bisogna farsi trarre in inganno: esistono delle ipersensibilità ma non sono certo vere e proprie allergie. Anche perché lieviti di vario genere si trovano davvero in tantissimi alimenti e sarebbe davvero difficile evitarli in toto. Non si tratta infatti solo di pane, focaccia, pizza e torte ma anche tutti gli alimenti fermentati (compresi vino, birra ed altre bevande alcoliche) contengono agenti simili.

Questa intolleranza non è quindi una vera e propria allergia ma è normalmente associata a un’alterazione della flora microbica intestinale che rende difficile gestire l’attività dei lieviti. Infatti, dal punto di vista scientifico un’intolleranza scatena una sorta di reazione avversa dell’organismo nei confronti di un alimento che l’individuo non è in grado di metabolizzare (pensate al lattosio o al glutine). La scarsa tolleranza dei lieviti non rientra in questa categoria di reazione.
In pratica l’equilibrio intestinale delle persone che sono sensibili ai lieviti è generalmente compromesso prima ancora dell’introduzione di questo tipo di alimenti e quindi si altera facilmente quando entra in contatto con questi ultimi. Generalmente con la risoluzione del problema alla base il soggetto tende a non avere più problemi all’ingestione di lievitati, si tratta infatti di una condizione solitamente reversibile: quando viene rimesso in salute l’intestino la persona sarà capace di consumare alimenti lievitati e fermentati senza manifestare effetti avversi. A volte il problema può essere di difficile risoluzione per la presenza di alterazioni anatomiche e patologie, oppure di particolari condizioni metaboliche. Inoltre, alcuni farmaci, come per esempio gli antibiotici, i corticosteroidi ed alcuni ormoni, possono alterare la flora microbica e portare allo sviluppo di sensibilità più persistenti.

Sintomi dell’ipersensibilità ai lieviti

I lieviti presenti negli alimenti sono organismi eucarioti unicellulari appartenenti al regno dei Funghi, la specie più comune e che suscita maggiori reazioni è lo Saccharomyces cerevisiae, presente per esempio nel lievito di birra. Abbiamo visto che la presenza di lieviti nel cibo mette in moto i microrganismi intestinali, cosa che in alcune persone particolarmente sensibili causa problematiche digestive, meteorismo, alterazioni dell’alvo, mal di testa ed altri sintomi come crampi, coliche e dolori addominali. Anche stanchezza e spossatezza possono essere una conseguenza di una gestione difficile della presenza di lieviti nell’organismo.

Come curare l’intolleranza al lievito

Per contrastare l’insorgere dei sintomi associati all’intolleranza da lievito, occorre sicuramente concentrarsi sull’alimentazione e in generale individuare le eventuali abitudini alimentari scorrette e porvi rimedio. Ovviamente finché ci si trova a manifestare il problema è bene evitare i lieviti e i fermentati, tagliando tutti i prodotti da forno quali biscotti, dolci, pane e pizza ma anche la pasta, in particolare quando abbinata a proteine animali. Per riequilibrare la flora batterica è consigliata invece un’alimentazione ricca di fibre, povera di salse grasse e condimenti. Sono inoltre molto utili i fermenti lattici e i probiotici assunti tramite terapia integrativa o alimenti che ne sono naturalmente ricchi.

Il nostro consiglio è, una volta in salute, di ricominciare a introdurre i lievitati partendo con alimenti semplici fatti con una buona farina e soprattutto con un lievito madre che abbia avuto una lievitazione molto lunga come il filone pugliese di Camillo, fatto con lievito madre in purezza e tanta pazienza.

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