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Imballaggi e packaging ecologici: riconoscere carta e plastica riciclabili

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Quando pensiamo a un alimento è inevitabile immaginarlo in un contenitore: per motivi di igiene, praticità e brand strategy siamo infatti abituati ad acquistare presso botteghe artigianali o supermercati sempre prodotti che arrivano all’interno di un packaging, fosse anche solo una semplice busta di carta.

Una volta portato in tavola il nostro acquisto, questo involucro diventa inutile e finisce tra i rifiuti. Per essere certi di contenere il nostro impatto sull’ambiente negli anni abbiamo voluto approfondire la conoscenza dei nostri packaging dal punto di vista ecologico.

Abbiamo quindi deciso di condividere con voi informazioni e decisioni in merito, perché in questo complesso lavoro di tutela dell’ambiente non è solo il produttore a doversi impegnare, ma anche il consumatore!

Perché scegliere packaging ecosostenibili

Non vi diciamo niente di nuovo quando dichiariamo che l’impatto degli imballaggi sull’ambiente è spaventoso e preoccupante. Per darvi un’idea della reale dimensione del problema vi diciamo che secondo le ultime stime gli imballaggi rappresentano circa il 40% del totale dei rifiuti solidi urbani; i materiali più usati per il packaging alimentare sono carta, cartone e materiali plastici, questi ultimi vengono demonizzati da consumatore attento all’ambiente e spesso la carta viene ritenuta la scelta ideale ma pensate che per produrre una tonnellata di carta da cellulosa vergine servono circa 440.000 litri di acqua e 7600 kwh di energia elettrica.

Qual è quindi la soluzione ideale? A oggi rimane la scelta di utilizzare prodotti riciclabili, sia plastici che in carta/cartone… una cosa possibilissima nel settore del food packaging!

Insomma al termine della sua vita, quando l’imballaggio diventa un rifiuto deve essere possibile l’opzione dello smaltimento biologico o il riciclaggio per garantire il minor impatto possibile sull’ambiente.

Simboli e sigle dei materiali riciclabili

Come capiamo se il packaging di un alimento è riciclabile? Relativamente al confezionamento alimentare occorre precisare che ne esistono tre tipi: quello primario è a contatto diretto con l’alimento, quello secondario è quello spesso presente per le confezioni multiple o come protezione rigida esterne mentre quello terziario è l’imballo da trasporto.

Ogni tipologia di packaging è dotata di una sigla speciale che la identifica, per esempio le nostre confezioni sono indicate come PAP 20 per cartone esterno (imballo secondario) e HDPE 2 – LDPE 4 – PP5 per l’involucro interno (imballo primario).

Il PAP 20 è rappresentato da un triangolino fatto di frecce che avvolge il numero 20: è un codice che troverete spesso, uno di quelli più usati nel settore alimentare, la sigla PAP si riferisce al cartone ondulato, tipicamente quello di scatoloni e imballaggi.

Invece i simboli che differenziano i materiali plastici sono più complessi da decifrare: c’è il polietilene tereftalato (PET), il cloruro di polivinile (PVC), il polietilene ad alta densità (HDPE o PE – HD), il polietilene a bassa densità (LDPE), il polistirene o polistirolo (PS), il polipropilene (PP) del quale vi abbiamo parlato in questo articolo.

Questi termini accompagnati da numeri dal 7 al 19 indicano prodotti non riciclabili che finiscono nella raccolta differenziata, mentre i numeri sotto al 7 classificano i materiali che possono avere nuova vita con il riciclo garantendo un impatto ambientale decisamente ridotto rispetto alla produzione ex novo.

Non vi ricorderete mai tutte queste sigle, ma se volete essere sicuri di non acquistare packaging impossibile da riciclare e non ecologicamente accettabile l’unico simbolo che dovrete imprimervi nella mente è il triangolino fatto di frecce… se c’è questo sulla confezione potrete tirare un sospiro di sollievo! Il vostro produttore di fiducia ha fatto la scelta giusta.

Detto questo il vostro lavoro di consumatori non finisce con l’acquisto privilegiato di prodotti ecosostenibili… siete tipicamente voi a dovervi occupare dello smaltimento degli involucri alimentari una volta che diventano rifiuti! Sì, avete una grande responsabilità… differenziare i rifiuti, evitando di gettare gli imballaggi adatti al riciclo nel contenitore per i rifiuti non recuperabili e di seguire le regole della raccolta differenziata.

Vi piace il packaging del Panificio di Camillo? Noi ci siamo impegnati a renderlo non solo bello, sicuro e pratico ma anche a far sì che fosse completamente riciclabile! Quindi ricordatevi di smaltirlo con attenzione per far sì che abbia nuova vita e non diventi un peso per il pianeta!

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Nella primavera del 2018 i F.lli Alessandro e Raffaele Bassini si preparano a trasferire l’azienda in una sede importante di circa 3500 mq nel comune di Forlì.

Cambia l’organizzazione e si sviluppano le competenze, ma rimane immutato l’amore per il territorio e l’impegno nel mantenere alta la qualità del prodotto, selezionando materie prime eccellenti, ricette di ispirazione tradizionale, ricerca di sapori unici e lavorazioni artigianali.

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