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Pane per diabetici: come inserire il pane in una dieta ipoglicemizzante 

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Il diabete è diffuso in tutto il mondo e ovviamente anche in Italia molte persone fanno i conti con questa patologia che ha un alto impatto su quella che è la vita quotidiana. Farmaci a parte, gli scompensi glicemici dovuti alla malattia si tengono sotto controllo soprattutto con una dieta sana che tende a limitare tutto ciò che contiene zuccheri e quindi anche i carboidrati.

Ma quindi i diabetici possono mangiare il pane? Certo che sì! Ecco qualche consiglio per conciliare l’amore per i panificati con il controllo glicemico per chi soffre di diabete.

Di cosa parliamo in questo articolo:

Il diabete in Italia e la dieta mediterranea

Lo sapevate che il diabete è una delle patologie più diffuse al mondo? In Italia, che è un paese relativamente meno colpito di altri, i numeri (forniti dall’Associazione Italiana Ricerca e Diabete per l’anno 2017) sono decisamente allarmanti:

  1. 3,27 milioni di persone sono affette da diabete, ovvero circa 1 persona su 18, in particolare tra gli anziani si tratta 1 persona su 6
     
  2. 1 milione di persone stanno sviluppando o non sanno ancora di avere il diabete
     
  3. 4 milioni sono considerabili ad alto rischio di sviluppare la patologia
     
  4. Ogni 2 minuti una persona riceve diagnosi di diabete

Per molti non esperti del settore sorge spontanea una domanda: perché tutti questi problemi con la glicemia? Noi italiani non avevamo una delle diete più sane al mondo? Ebbene la dieta mediterranea è certamente un esempio positivo per quanto riguarda le abitudini alimentari ma un po’ per la nostra tendenza ad esagerare con i carboidrati e un po’ per la predominanza moderna di alimenti sempre più raffinati (nel senso di elaborati), la nostra dieta inizia ad avere falle e pecche che un po’ di attenzione e uno stile di vita più sano possono colmare.

Correlazione tra diabete e pane, il segreto è la moderazione non la privazione

Ci sono tanti cliché alimentari che riguardano i diabetici, il primo di tutti è eliminare gli zuccheri (diretti responsabili dei picchi glicemici). Questo getta un vero e proprio velo di proibizionismo per il cibo ad alto contenuto di carboidrati, primo tra tutti il pane. Ma eliminarlo dalla propria dieta da italiani DOC può essere davvero difficile, inoltre potrebbe anche essere inutile.

Salvo specifiche indicazioni mediche (per casi molto gravi) non è infatti consigliato eliminare completamente i panificati dalla dieta dopo una diagnosi di diabete: semplicemente è necessario essere molto attenti alle quantità e alla qualità del pane che si consuma nonché agli abbinamenti con gli altri alimenti. Noi non siamo specialisti del settore sanitario ma lo siamo del pane, quindi vogliamo darvi qualche spunto di riflessione che possiate discutere con il vostro medico, per poter rendere non solo sana ma anche varia e soddisfacente la vostra dieta senza dover sopportare privazioni non necessarie!

Il pane è fatto con la farina ed è quindi un cibo ad alto indice di carboidrati. In caso di alti livelli di glicemia tutti gli alimenti ad elevato indice glicemico (o iper glicemizzanti) vengono guardati con sospetto. Però è molto, molto importante ragionare non per indice glicemico di un cibo ma considerare quello che viene definito come “carico glicemico”, ovvero quanto di quell’alimento possiamo assumere all’interno di un pasto per mantenere il giusto apporto nutrizionale. È quindi fondamentale sapere quanti carboidrati possiamo assumere in un pasto piuttosto che cercare di bandirli completamente!

Questo vale per il pane ma anche per la pasta, che (salvo particolari situazioni) chi è affetto da diabete può consumare nelle porzioni adeguate. É infatti molto importante ricordare che un cibo ricco di carboidrati assunto all’interno di un pasto completo, ricco di fibre, proteine e ovviamente anche di un po’ di grassi, viene assorbito piuttosto lentamente e generalmente non crea grandi aumenti del livello di glicemia.

Quanto e come mangiare il pane per non far alzare la glicemia

Sicuramente le porzione di pane per chi soffre di iper glicemia o scompensi glicemici in generale deve essere moderata e sempre commisurata alla persona (tenendo conto della costituzione fisica, dell’attività fisica praticata, della fase della patologia e dei parametri glicemici del momento). É importante capire quanto il nostro corpo tollera l’alimento, quindi il consiglio è consumare una razione morigerata (all’interno di un pasto bilanciato per evitare picchi dovuti alla veloce assimilazione) e procedere al controllo. Se si riesce a tenere i parametri glicemici entro le indicazioni del medico allora vuol dire che si ha assunto una buona dose di pane, ovviamente per ogni pasto è importante assumere solo una tipologia di alimento ad alto tasso di carboidrati, quindi se mangiate la pasta il consiglio sarà evitare il pane anche in piccole quantità.

Qual è il miglior pane e farine per diabetici?!

Altra importantissima attenzione che i diabetici dovrebbero sempre avere è quella di scegliere un pane (e questo vale anche per la pasta) ad alto contenuto di fibre. Quali sono i panificati ricchi in fibre? Le farine impiegate per la lavorazione dei prodotti da forno sono diverse e ovviamente alcune sono preferibili ad altre per chi soffre di diabete e altri disturbi metabolici.

Senza dubbio, quindi, i panificati più adatti per i diabetici sono quelli prodotti con farine meno raffinate e quindi definiti “integrali” (ottima idea anche l’utilizzo di farine multicereali). Preferendo i prodotti creati con una prevalenza di farine integrali ottenute da grani interi l’innalzamento glicemico sarà tenuto sotto controllo dall’alta presenza di fibre naturali, inoltre ci si sentirà più sazi e soddisfatti con meno pane in tavola. Un esempio classico e molto apprezzato è un pane fatto con farina di segale, tra i più consigliati panificati ipoglicemici.

Per portare in tavola un pane adatto ai diabetici a base di farina di segale Camillo consiglia il Pane del Boscaiolo.

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Camillo Bassini,
Fornaio dal 1963

Nella primavera del 2018 i F.lli Alessandro e Raffaele Bassini si preparano a trasferire l’azienda in una sede importante di circa 3500 mq nel comune di Forlì.

Cambia l’organizzazione e si sviluppano le competenze, ma rimane immutato l’amore per il territorio e l’impegno nel mantenere alta la qualità del prodotto, selezionando materie prime eccellenti, ricette di ispirazione tradizionale, ricerca di sapori unici e lavorazioni artigianali.

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