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Il Bracciatello Pasquale, ricetta del dolce tipico Romagnolo e di Predappio

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Il bracciatello è il dolce pasquale per eccellenza nella nostra bella Romagna, ha una storia antica tanto che ogni città e paese ha la sua particolare versione. Tutte le varianti hanno in comune un impasto fatto con ingredienti genuini e un sapore unico: quello della tradizione contadina che ad ogni morso ci riscalda il cuore mentre riempie lo stomaco.

In questo articolo vi raccontiamo la storia e i segreti del bracciatello, la ciambella di Pasqua che non passerà mai di moda perché è troppo buona.

La cucina è il mezzo perfetto per portarci indietro nel tempo e ricordare i momenti felici dell’infanzia… ognuno ha la sua ricetta, la nostra (quella che ci riporta in mente momenti speciali passati in famiglia) è il bracciatello, quello di Camillo è sempre stato speciale e non ha conquistato solo la nostra totale devozione ma viene ricordato con gioia da tante generazioni di nostri compaesani, il motivo? Il bracciatello di Camillo è, anno dopo anno, sempre ugualmente delizioso.

Di cosa parliamo in questo articolo:

La tradizione romagnola del bracciatello

Siete curiosi di sapere la storia di questo dolce? Nel periodo pasquale in quasi tutte le tavole della Romagna arrivava il bracciatello, una specialità dolciaria molto popolare perché fatta con ingredienti semplici che quasi tutti potevano permettersi di comprare o di fare in casa per rendere la giornata di festa ancora più speciale. Questa ciambella particolare spesso veniva fatta benedire dal prete durante la messa della domenica pasquale (la sua forma richiama infatti la corona di spine del Cristo); in origine il buco era sempre abbastanza largo da far passare il polso di un bambino ma anche il bastone del venditore che passava per la città con un carretto carico di queste belle ciambellotte tutte appese in fila, in bella mostra per tentare gli acquirenti.

‘Pianzì, pianzì’ burdèl, che vosta mà l’av pèga e brazadèl’ (piangete bambini, così la vostra mamma vi paga i bracciatelli) cantavano a squarciagola gli ambulanti e tutti si lasciavano conquistare.

Varianti di bracciatello

La parola bracciatello deriva dal latino medioevale ‘bracidellus’ che significa proprio braccialetto e dimostra che il dolce ha sempre avuto forma ad anello; in alcune zone è piccolo, poco lievitato e ricorda più un biscotto mentre in altre è proprio un pane dolce ben cresciuto, anche abbastanza grande.

La ricetta del bracciatello? In generale è fatto con una base di farina, uova, lievito, burro e zucchero… qualcuno ci mette le uvette, altri le gocce di cioccolato oppure null’altro. In alcune versioni contiene al centro un uovo sodo benedetto intrappolato nella pasta, qualcuno lo mangia anche con gli affettati (come fosse un pan brioches) ma quasi per tutti è un dolce da intingere nel caffè, nella cioccolata calda o (ancora meglio) nel vino.

In dialetto romagnolo è chiamato comunemente brazadèl, in provincia di Ravenna a Castel Bolognese è molto comune trovare “e brazadèl d’la cros”, che è più simile ad un bretzel dolce e si “puccia” per tradizione nel vino novello; a Portico e San benedetto è usanza intingerlo nell’alchermes, un liquore dolce di un bel rosso acceso e ricoprirlo di zucchero. A Forlì e dintorni si tende a trovare una versione molto più alta, ben lievitata e spesso una farcitura di uvetta.

Il bracciatello di Predappio

A Predappio, casa originaria del Forno di Camillo, il bracciatello ha un significato molto speciale. Questa particolare ciambella con il buco è uno dei dolci più tradizionali della cittadina romagnola, tanto che un tempo tutte le famiglie lo preparavano in casa seguendo la ricetta dei propri avi per poi portarlo a cuocere nel grande forno del panificio locale.

Il bello è che non si consumava solo per Pasqua, ma anche nel periodo natalizio (a tal proposito: sapete come ricilcare il panettone avanzato a Natale?!) e in generale per tutto l’inverno, quando la colazione e la merenda dovevano essere molto energetiche per combattere il freddo. Il simbolo indiscusso di questa tradizione dolciaria è il Bracciatello di Camillo, fatto con la ricetta originale a base di buon burro e uova da allevamento a terra e caratterizzato da una lievitazione davvero molto lunga. Il risultato vale davvero l’attesa… una ciambella soffice dal gusto rustico ma delicato, nella versione con o senza uvette.

Volete assaggiare il Bracciatello della tradizione contadina? Quello di Camillo è davvero una scelta eccezionale.

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Provale da sole o farcite.

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Camillo Bassini,
Fornaio dal 1963

Nella primavera del 2018 i F.lli Alessandro e Raffaele Bassini si preparano a trasferire l’azienda in una sede importante di circa 3500 mq nel comune di Forlì.

Cambia l’organizzazione e si sviluppano le competenze, ma rimane immutato l’amore per il territorio e l’impegno nel mantenere alta la qualità del prodotto, selezionando materie prime eccellenti, ricette di ispirazione tradizionale, ricerca di sapori unici e lavorazioni artigianali.

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